Molino Pordenone 2030
CLIMATE POSITIVE DEVELOPMENT PROGRAM
Capture & Communicate
catturare le emissioni in eccesso coinvolgendo le persone
Dopo aver misurato le emissioni di CO2 derivanti dalla produzione di farina di grano tenero ed aver certificato i risultati tramite EPD, il nostro impegno è quello di agire da un lato per abbatterle, dall’altro per sostenere progetti forestali che permettono di catturare le emissioni in eccesso.
Al fine di rendere la nostra farina Climate Positive, l’obiettivo a medio termine è quello di ridurre ed assorbire entro il 2030 tutte le emissioni legate alla produzione interna, mentre l’obiettivo a lungo termine è quello di ridurre ed assorbire le emissioni dell’intera filiera, arrivando nel 2050 a catturare più CO2 di quella emessa per la produzione di farina di grano tenero ogni anno.

Cosa significa per Molino Pordenone catturare le emissioni di CO2?
Catturare le emissioni di CO2 significa per noi sostenere gestori forestali che gestiscono responsabilmente le loro foreste certificate secondo gli stringenti standard FSC®.
Il nostro sostegno finanzia degli interventi di miglioramento forestale che aumentano lo stoccaggio di CO2 delle foreste e che, a seconda del progetto, favoriscono e la gestione idrica e del sottosuolo, piuttosto che la loro capacità di migliorare gli habitat a favore della biodiversità.
Come agisce Molino Pordenone per mitigare il cambiamento climatico?
A partire dal 2022, Molino Pordenone sostiene ogni anno una serie di progetti in foreste certificate FSC® finalizzati alla tutela e al miglioramento dei loro Servizi Ecosistemici, ovvero quei valori ambientali che i boschi donano all’uomo e al pianeta. FSC (Forest Stewardship Council®) è un’Organizzazione no-profit internazionale che da oltre 25 anni promuove la gestione responsabile delle foreste.
Questo impegno di Molino Pordenone è realizzato attraverso WOWnature®, piattaforma che ci permette di coinvolgere la comunità e le persone legate alla nostra azienda e che rappresenta un modo per sensibilizzare i nostri stakeholder a tematiche urgenti ed attuali come la tutela ambientale. Questo ci permette anche di promuovere un approccio scientifico, concreto e approfondito, in un processo virtuoso di formazione e trasformazione culturale e sociale.

Molino Pordenone ha scelto di sposare l’approccio MARC (Measure, Avoid, Risks, Capture & Communicate) al fine di misurare e ridurre i propri impatti: per neutralizzare quelle emissioni che al momento è impossibile eliminare, abbiamo deciso di sostenere i migliori gestori forestali per aiutarli a portare avanti attività con impatti positivi misurabili e verificabili.

I progetti Capture
sostenuti da Molino Pordenone
I progetti della fase CAPTURE sono accuratamente selezionati sulla base delle loro ricadute positive su comunità locali, ecosistemi e territorio, dando anche importanza al loro carattere innovativo e virtuoso.
Tutte le foreste che sosteniamo sono certificate FSC®, la certificazione di Gestione Forestale responsabile che assicura che una foresta o una piantagione forestale siano gestite nel rispetto di rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.
Nel 2022, grazie ai progetti Bosco Sacile e Bioclima Lombardia, Molino Pordenone cattura il 30% delle emissioni residue della macinazione.

% catturata di emissioni residue derivate dalla macinazione
Il contributo di Molino Pordenone
Il progetto di Bosco Sacile ci ha da subito affascinati perché non tutela solo un’importante area di rilevanza ambientale, ma anche un pezzo di storia del nostro territorio, dove da un secolo opera il nostro molino. Custodisce l’aspetto originario dell’ambiente naturale così come era conosciuto dalle generazioni che ci hanno preceduti e ci riporta in contatto con le nostre radici. Per questo abbiamo scelto sia di investire nel costante lavoro di conservazione e miglioramento del bosco esistente, sia di sostenere l’impianto di nuovi alberi ove richiesto dal progetto tecnico forestale.

LA STORIA DI BOSCO SACILE
Con il termine foresta planiziale, in Italia, si fa riferimento al tipo di ambiente presente anticamente nella pianura Padana e che oggi sopravvive in aree limitate, scampate al disboscamento ed alla conversione agricola effettuata nei secoli scorsi in tutta le zone di pianura, collina e montagna, permessa dalla prima legge forestale italiana.
Il paesaggio tipico della pianura Padana, così come lo conosciamo oggi, è il risultato di una millenaria storia di antropizzazione – ovvero di interventi da parte dell’uomo – che ha radicalmente cambiato i caratteri originali del territorio.
La conformazione del suolo e il clima tipico di questo territorio sarebbero l’habitat ideale di specie arboree come la quercia, l’ontano, il salice, l’olmo, il carpino l’acero, il frassino, il pioppo bianco e il pioppo nero. Fino alla nascita dell’Impero Romano, gli interventi di disboscamento erano limitati e vaste porzioni di territorio erano coperte da foreste come la Silva Lupanica anticamente narrata da Virgilio e Plinio il Vecchio.
Fu a partire dal I secolo a.C. che si iniziarono opere di disboscamento e di bonifica delle paludi. Dalla caduta dell’Impero romano fino a tutto il X secolo, in conseguenza alla diminuzione di popolazione e degli sconvolgimenti sociali, la coltivazione diminuì e il bosco riprese il sopravvento. A partire dall’XI secolo si riprese ad abbattere le foreste sia per procurarsi il legname sia per ottenere maggiori spazi coltivabili. Con la costruzione dai canali artificiali e le opere di bonifica, il paesaggio agricolo padano mutò assumendo l’aspetto che oggi tutti possiamo vedere. La diffusione di specie alloctone, come ad esempio l’acacia, hanno contribuito ad alterare l’habitat originario.
DANNEGGIAMENTO E RINASCITA DELLA FORESTA
Bosco Sacile è un’area di ben 70 ettari, grande come 116 campi da calcio, di vitale importanza per il territorio friulano che la ospita: trattasi di un’area di massima importanza ambientale riconosciuta anche a livello europeo e catalogata come Zona di Protezione Speciale e Area Natura 2000.
Negli anni, l’antico bosco è stato ferito con tagli illeciti, una gestione forestale non responsabile e colpito da eventi climatici estremi come il fortunale del 2017 che, in Friuli, registrò venti fino 120 km/h. Nel 2018 il bosco si trovava in pessime condizioni e non era più accessibile al pubblico da anni.
Alessandro Arnosti, fondatore della Società Agricola Natura7 e grande appassionato di foreste, si innamorò di questa foresta meravigliosa e decise di prendersene cura. Riuscì quindi ad acquistarla dai precedenti proprietari e, insieme a WOWnature®, intraprese un percorso di recupero dell’area con l’obiettivo di ripristinare lo stato di salute del bosco e di riattivarne le funzioni ricreative ed educative.
